La vanità delle cose

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By Davide Del Popolo Riolo

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Fantascienza - romanzo (289 pagine) - La Belle Époque non è mai finita, la Prima guerra mondiale non è avvenuta. E la causa di tutto ciò è la venuta di essere di un altro mondo.


I Marziani sono venuti sulla Terra.

Non l'hanno invasa, non hanno ucciso nessuno né distrutto alcunché. Ma non hanno portato neppure conoscenza, risorse o amicizia. Vengono, osservano, non interagiscono.

Un effetto positivo la loro venuta però l'ha avuto: nel 1914 non è esplosa la Prima Guerra Mondiale, anzi le potenze del mondo si sono alleate per fronteggiare in qualche modo il nuovo interlocutore.

Ma c'è chi non sopporta gli alieni e la loro indiffernza, in particolare Egon Varga, che vuole interrompere a tutti i costi questa impasse organizzando il rapimento di un marziano, anche a costo di mettere la Terra in pericolo.


Nato ad Asti nel 1968, Davide Del Popolo Riolo vive e lavora come avvocato a Cuneo. Ha esordito come scrittore nel 2014 con un romanzo di fantascienza ambientato nella Roma di Cesare, De Bello Alieno (Delos Digital), con cui ha vinto il Premio Odissea e il Premio Vegetti della World Science-Fiction Italia. Nel 2015 ha pubblicato un altro romanzo di sf ambientato nell'età romana, Non ci sono dei oltre il tempo (Kipple), che ha vinto il Premio Kipple e nel 2019 Übermensch (Delos Digital), romanzo su un supereroe nella Germania nazista, giunto in finale al Premio Urania e tra i dieci libri dell'anno consigliati da Tom's Hardware. Con il romanzo breve legal-sf, Erasmo (Delos Digital) ha vinto il Premio Cassiopea nel 2015 e con il racconto Breve manuale di conversazione con i morti, pubblicato sulla rivista Andromeda, il Premio Viviani nel 2018. Suoi racconti sono stati pubblicati dalle più importanti riviste di genere e in antologie quali, nel solo 2019, Strani Mondi (Urania) e Altri futuri (Delos Digital), che raccoglie i migliori racconti del 2018. Nel 2020 ha vinto il Premio Urania col romanzo Il pugno dell'uomo e nel 2023 lo ha vinto per la seconda volta con Per le ceneri dei padri.

La vanità delle cose