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Delle dimensioni universali, il Tempo è norma, cardine, totem. Ma se la Fisica ancora si scontra con le sue sfuggenti astrazioni, la Poesia, nel suo libero e appassionato movimento dell'intelligenza, si offre invece come strumento in grado di sondarne aspetti e consistenze, significati e qualità; e se non di risolvere gli interrogativi che dai suoi abissi si levano, quantomeno di affermare la dignità di cercare nel suo cuore nuove domande.
Di questo Tempo la lirica sa trasformare il tratto principale, l'ostinato senso unico che a sé lega ogni esistenza, in un complesso mosaico di deformazioni. Ed è lì che si racchiude ciò che dell'essere umano è essenziale, pensiero ed emozione, ricordo e volontà.
In esse il Tempo diviene allora materia fluida, aprendosi profondissimo, salendo fino alle stelle e facendo svanire colui che vi si misura; ma anche al contrario, catturando un singolo istante e lì dando il senso di un adesso che si fa identità. Oppure, in un frammento minuscolo di sé, esso da un dettaglio si distende in tutto un universo di memoria; e ancora, arriva a piegarsi per far dialogare nella lingua dell'esperienza dei punti lontani sul cammino del vissuto e del pensato.
Attesa si fa del Tempo interpretazione, proiezione individuale in un deserto vertiginoso. In essa trova un senso in definitiva il nucleo dell'esistere, il desiderato, la parte più bella e più forte del sentire; ma insieme la contezza che niente può mai sfuggire da un ciglio fatale, non tanto del corpo quanto di volizione, unico limite certo di ogni vita.
Di questo Tempo la lirica sa trasformare il tratto principale, l'ostinato senso unico che a sé lega ogni esistenza, in un complesso mosaico di deformazioni. Ed è lì che si racchiude ciò che dell'essere umano è essenziale, pensiero ed emozione, ricordo e volontà.
In esse il Tempo diviene allora materia fluida, aprendosi profondissimo, salendo fino alle stelle e facendo svanire colui che vi si misura; ma anche al contrario, catturando un singolo istante e lì dando il senso di un adesso che si fa identità. Oppure, in un frammento minuscolo di sé, esso da un dettaglio si distende in tutto un universo di memoria; e ancora, arriva a piegarsi per far dialogare nella lingua dell'esperienza dei punti lontani sul cammino del vissuto e del pensato.
Attesa si fa del Tempo interpretazione, proiezione individuale in un deserto vertiginoso. In essa trova un senso in definitiva il nucleo dell'esistere, il desiderato, la parte più bella e più forte del sentire; ma insieme la contezza che niente può mai sfuggire da un ciglio fatale, non tanto del corpo quanto di volizione, unico limite certo di ogni vita.