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Mario Rapisardi (1844-1912), scrittore, poeta, classicista, docente universitario e libero muratore, è una di quelle figure che dovrebbero essere di buon grado celebrate come assoluti e indiscussi giganti della letteratura italiana ed europea, eppure pochi oggi conoscono il suo nome e leggono le sue straordinarie opere. Sul "Vate Etneo" - come egli stesso si appellò nel suo autoritratto poetico in stile foscoliano presente nel poema Atlantide, è calata nel corso del Novecento una tacita damnatio memoriae.
Molto probabilmente fu a Firenze che Rapisardi venne ricevuto in Massoneria, un percorso di elevazione che avrebbe non poco contribuito alla sua crescita intellettuale e spirituale. Il suo legame con la Capitale del Rinascimento, in quegli anni eletta (anche se solo temporaneamente) novella Capitale dell'Italia unita, fu sempre particolarmente intenso e si rivelò ispiratore di nuove importanti opere poetiche e creazioni intellettuali.
Nel 1865, in occasione delle trionfali celebrazioni per il seicentenario dantesco, che coincisero col primo anno di Firenze Capitale, venne commissionato allo scultore e libero muratore ravennate Enrico Pazzi un imponente monumento in marmo dedicato al grande Ghibellino e collocato in Piazza Santa Croce, dove tutt'oggi si erge. Rapisardi volle dedicare a tale monumento, che in città suscitò grande scalpore e ammirazione, una delle sue odi più belle, A Dante, che venne successivamente inclusa, postuma, nella raccolta Pensieri e giudizi, con l'aggiunta delle Odi civili e degli Aforismi di Lucio Anneo Seneca e Publilio Siro, curata da Alfio Tomaselli ed edita a Palermo nel 1915.
Molto probabilmente fu a Firenze che Rapisardi venne ricevuto in Massoneria, un percorso di elevazione che avrebbe non poco contribuito alla sua crescita intellettuale e spirituale. Il suo legame con la Capitale del Rinascimento, in quegli anni eletta (anche se solo temporaneamente) novella Capitale dell'Italia unita, fu sempre particolarmente intenso e si rivelò ispiratore di nuove importanti opere poetiche e creazioni intellettuali.
Nel 1865, in occasione delle trionfali celebrazioni per il seicentenario dantesco, che coincisero col primo anno di Firenze Capitale, venne commissionato allo scultore e libero muratore ravennate Enrico Pazzi un imponente monumento in marmo dedicato al grande Ghibellino e collocato in Piazza Santa Croce, dove tutt'oggi si erge. Rapisardi volle dedicare a tale monumento, che in città suscitò grande scalpore e ammirazione, una delle sue odi più belle, A Dante, che venne successivamente inclusa, postuma, nella raccolta Pensieri e giudizi, con l'aggiunta delle Odi civili e degli Aforismi di Lucio Anneo Seneca e Publilio Siro, curata da Alfio Tomaselli ed edita a Palermo nel 1915.