Tra il personale e il collettivo esiste un vuoto, una connessione incorporea che sempre più fomentiamo, ostinati a trovarle un senso per definire, per restituire a uno spazio ignoto forma o materia. Ciò che sopravvalutiamo è spesso la parola, oramai divenuta pretesto per drammatizzare senza dare respiro alle nostre ombre.
Per tale consapevolezza la dichiarazione consegnata a questi versi è solo una: raccontarsi in tutti i modi immaginabili esplorando tutti i mondi inesauribili.
"Non serve un tetto ma la cura, dirsi
e il tempo per accogliere
il nuovo e aderente inatteso,
che di roba fetente si riempia solo
il deposito quotidiano del dispiacere
mentre continuano forti i discorsi belli."
Carmen Ciarleglio
Caudina, classe '89. Spazia tra la scrittura applicata ai diversi media, per via del suo lavoro da copywriter, e quella narrativa e poetica su carta. Ha all'attivo un progetto digitale dal titolo Le avventure di Pernacchio. Poesimentario è la sua prima raccolta edita di poesia