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Una scrittura ritmata e coinvolgente che scandisce dal punto di vista emotivo e umano la personalità di un uomo che del coraggio fece una regola di vita.
Con la prefazione di Claudio Gorlier e la postfazione di Walter Mauro, Gildo De Stefano, rinomato saggista e autore eclettico ci presenta un romanzo storico sulla figura di Malcolm X, dall'epoca in cui era il Rosso di Detroit fino al suo assassinio passando attraverso tutta la sua lunga conversione all'Islam, quando acquisì il nome di El-Hajj Malik El-Shabazz.
De Stefano si è avvalso di fonti sicure, di elementi fattuali verificabili, ma il suo merito sta nell'averli modulati nell'immaginario, nell'averli acquisiti nel tessuto di un tentativo coerente non di epica celebrativa, ma di narrativa popolare. "Colpisce, nella Ballata di De Stefano, la plausibilità dell'universo americano in cui i suoi personaggi si muovono e al tempo stesso la sua felicissima inverosimiglianza. In altre parole, il suo Malcolm X conserva la sua autenticità ma esce da una prospettiva puramente americana per diventare appropriabile, e appropriato, in un angolo visuale nostro, di De Stefano e del lettore che può conoscere affatto gli Stati Uniti o che vuole conoscerli alla luce del suo immaginario."
Con la prefazione di Claudio Gorlier e la postfazione di Walter Mauro, Gildo De Stefano, rinomato saggista e autore eclettico ci presenta un romanzo storico sulla figura di Malcolm X, dall'epoca in cui era il Rosso di Detroit fino al suo assassinio passando attraverso tutta la sua lunga conversione all'Islam, quando acquisì il nome di El-Hajj Malik El-Shabazz.
De Stefano si è avvalso di fonti sicure, di elementi fattuali verificabili, ma il suo merito sta nell'averli modulati nell'immaginario, nell'averli acquisiti nel tessuto di un tentativo coerente non di epica celebrativa, ma di narrativa popolare. "Colpisce, nella Ballata di De Stefano, la plausibilità dell'universo americano in cui i suoi personaggi si muovono e al tempo stesso la sua felicissima inverosimiglianza. In altre parole, il suo Malcolm X conserva la sua autenticità ma esce da una prospettiva puramente americana per diventare appropriabile, e appropriato, in un angolo visuale nostro, di De Stefano e del lettore che può conoscere affatto gli Stati Uniti o che vuole conoscerli alla luce del suo immaginario."