
Sign up to save your library
With an OverDrive account, you can save your favorite libraries for at-a-glance information about availability. Find out more about OverDrive accounts.
Find this title in Libby, the library reading app by OverDrive.

Search for a digital library with this title
Title found at these libraries:
Library Name | Distance |
---|---|
Loading... |
La passione di Cristo, quale misterioso evento in cui ogni sforzo di immaginazione, visione o intelligenza umana fatica a capire. Le riflessioni che stillano da queste pagine nascono da una esperienza personale di sofferenza, oltre che dalla vita di sacerdote dell'autore. La meditazione della passione di Cristo lo ha aiutato a riconoscere il senso di ciò che ha attraversato. Un libro per scoprire la grandezza dell'amore di Dio per noi e per aiutare a svelare il misterioso significato che si cela dietro alla sofferenza di ogni uomo.PREFAZIONEdi Paolo Sottopietra L'immaginazione è sempre stata un'alleata di chi ha voluto immedesimarsi nei fatti narrati dai Vangeli.
San Francesco ha pensato al presepio per poter entrare fisicamente nella grotta dove Maria ha messo al mondo il Salvatore. Bernardo di Chiaravalle, un secolo prima, insegnava a «guardare» i Vangeli. L'incarnazione stessa – spiegava ai suoi monaci – ha aperto alla fede questa nuova possibilità: «Se egli non fosse venuto in mezzo a noi, che idea ci saremmo potuti fare di Dio? Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmaginabile. Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, ha voluto essere immaginato». Anche Ignazio di Loyola, quattro secoli più tardi, invitava a usare «la vista dell'immaginazione» per ritrovare i luoghi della vita di Cristo. E infine Giovanni Papini, in piena epoca razionalista, riscopre che proprio in questo modo i Vangeli diventano vivi: «Per l'uomo di immaginazione, tutto è nuovo e presente».
Seguendo i santi e il senso della fede del popolo cristiano, artisti di tutti i tempi hanno raffigurato il volto e la persona di Gesù. Molte di queste opere hanno accompagnato la devozione di generazioni di cristiani, aiutandoli a contemplare colui che veneravano. Fin dagli inizi, le sepolture dei battezzati sono state ornate da affreschi e bassorilievi. Icone e statue vengono da secoli portate in processione durante le feste più importanti. I sacri monti, disseminati sulle pendici delle Alpi, custodiscono scene della vita di Cristo riprodotte in grandezza naturale. Anche molti scrittori si sono rivolti alla figura di Gesù, dedicando alla sua vicenda romanzi e ricostruzioni letterarie. Il cinema ha più volte cercato di restituirci le fattezze, le espressioni e la voce dell'uomo-Dio.
Il libro di Gianluca Attanasio si inserisce nella stessa tradizione. Ed è questa la prima ragione per cui vale la pena di leggerlo. Vuole aiutarci a «vedere Gesù», come chiese un giorno un gruppo di greci all'apostolo Filippo.
Che cosa vediamo, dunque, quando leggiamo i Vangeli e posiamo il nostro sguardo interiore su Gesù?
«Dio», ha detto don Oreste Benzi, «ha bisogno di uno che interceda, che si metta tra Dio e il popolo». Dio cerca uno che soffra per le colpe del popolo, al posto del popolo, e ottenga in questo modo che esso si converta.
Questa è la missione del profeta nella Bibbia. E questo è il significato profondo della passione di Gesù. «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità»: così cantavano i primi cristiani, riprendendo le parole del profeta Isaia (53,4-5), stupiti della vita nuova che era stata loro donata da Cristo. «Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato, ma dalle sue piaghe siamo stati guariti» (ivi). Sono parole commosse, piene di gratitudine verso il Salvatore, pronunciate da uomini che sanno di essere stati «ricomprati a caro prezzo» (1Cor 6,20). Uomini che non vogliono ormai più «vivere per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2Cor 5,15)
Gesù si è liberamente caricato al nostro posto di un'esperienza che...