Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. Percorsi di guarigione interiore attraverso alcune pagine del primo testamento

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By M. Cristina Caracciolo di Forino

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Un itinerario di guarigione interiore, impastato di Scrittura ed esperienza personale, che si snoda in tre direzioni: la guarigione spirituale delineata dai Salmi, storie bibliche di ferite affettive risanate, il messaggio profetico che apre orizzonti di speranza. PREFAZIONEdi Lucio Pinkus Premessa opportuna al mio discorso sulla sofferenza, in tutte le sue variegate espressioni e particolarmente quella psichica – oggetto del presente lavoro – è di sottolineare una caratteristica peculiare dell'Autrice: il ricorso ad alcuni libri e ad alcune categorie bibliche, associate a tre gamme di esperienza umana di sofferenza, nell'intento di aiutarci a capire qualcosa di ciò che avviene nell'interiorità, nel vissuto soggettivo di ciascuno di noi, quando l'ansia, la depressione o altre forme di disagio psichico accompagnano la nostra esistenza e, in tal modo, poter anche comprendere qualcosa sul senso, sui contenuti umani delle esperienze psico(pato)logiche e su quali prospettive si pongono. La psicopatologia clinica ci dice chi è depresso e chi è ansioso, chi è prigioniero di un'esperienza di chiusura e chi è sommerso da una dissociazione patologica. Quest'ambito del conoscere il soffrire mentale è certamente lo sfondo su cui l'Autrice si muove, che ricorda con brevi tratti, tuttavia non rappresenta l'obiettivo del suo discorso perché lo presuppone. Malgrado la sua insostituibilità, la clinica non consente di cogliere le strutture di significato esistenziale che si nascondono nelle varie esperienze neurotiche o psicotiche, là dove queste esperienze suscitano interrogativi angosciosi sul senso stesso del vivere e costringono in un isolamento impermeabile. Attraverso le esperienze vissute da colui che, per comodità e convenzione, chiamo l'autore del libro dei Salmi, emerge una traccia di senso, un «oltre» le esperienze che si stanno vivendo, che apre il cuore a un barlume di speranza. In questo spazio l'Autrice ricompone percorsi che potremmo dire francamente terapeutici, dall'effetto curativo sulle ferite del cuore. Il confronto con coloro che, millenni orsono, hanno vissuto esperienze simili alle nostre, esprimendole con apertura e franchezza, ci mostra come essi – quasi scalando delle rocce e aggrappandosi a spezzoni di pietra – siano riusciti a far echeggiare una presenza che, appunto, porta oltre la condizione di disperazione e come, perfino nel persistere della condizione di sofferenza, tuttavia abbiano saputo canalizzare le proprie energie verso un orizzonte di senso. All'atteggiamento d'isolamento non viene concessa, dunque, l'ultima parola perché il sofferente, guidato dal terapeuta-salmista, si accorge o si ricorda che vi è Qualcuno che ha cura di lui, che egli non è abbandonato a se stesso, come l'esperienza presente o passata potrebbe indurre a pensare. La scrittura poetica dei Salmi facilita un linguaggio emotivo, il riemergere di emozioni, anzi la costruzione di un dialogo emotivo tra il sofferente e Dio. Avviene così che, tanto il soggetto che soffre quanto chi gli sta attorno, si rendono conto di doversi cimentare con problemi impregnati di umanità e assai comuni a ciascuno di noi, come sono quelli del­l'ansia e della depressione. I confini fra «malattia» e «non-malattia» oscillano e si confondono, ma il fatto di sapere che l'angoscia e anche la depressione sono parte intrinseca della nostra condizione umana non può non destare in ciascuno di noi la coscienza di una comune solidarietà, nella quale riconoscersi «sani» e «malati», «ancora-sani» e «non-ancora-malati», in una circolarità di esperienze e di reciproche immedesimazioni. L'ansia (l'angoscia) può dunque creare solidarietà e comunicazione ma, nel contesto delle infinite contraddizioni della...
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. Percorsi di guarigione interiore attraverso alcune pagine del primo testamento