Ha deciso di trascorrere un anno sabbatico con Billy, un beagle immaginario da anni adottato a distanza a causa del ruolo che non c'è: il prof infatti è un precario. Stanco, frustrato da trent'anni di solitaria resilienza scolastica, potrebbe pure allontanarsi da casa e viaggiare, passeggia invece nei giardinetti del paese, meditando apatiche memorie sul fare e sul saper fare della sua professione. Ma un collega che non sentiva da tempo gli scrive distogliendolo da tanta mestizia: c'è in palio una gara concorso per una grande museo digitale, gli occorrono i reperti documentali e d'archivio scritti di suo pugno durante gli anni del loro sodalizio e lasciati in custodia all'amico dopo essere partito a causa di una nomina inaspettata. Mentre Billy, non senza qualche reticenza, si presta a fare lo spoglio dei cosidetti pizzini e il prof in panchina li trascrive, la scuola, divenuta pandemica, chiude i battenti. Scuolavivachefosti, titolo del progetto da presentare in gara, perde di colpo la propria identità e confluisce nell'ibrido plastico delle classi in pandemia, disperse tra divani casalinghi, forni a microonde e schermi giganti a tutta parete. E' già qui il futuro: la nebbia mentale dei magazzini digitali piattaformati occupa tutti gli spazi delle scienze dell'apprendimento, robot educativi hanno sostituito i docenti, e con loro, gli studenti, per una asintomatica deformazione professionale, si sono resi irreperibili... Scritto sul filo di una trama sfilacciata di diario romanzato, In panchina con Billy affronta con amara ironia le tensioni e le paradossali contraddizioni del mondo della scuola.