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Il Libro Nero del Mastio Rosso (tradotto dall'inglese da Alberto Quagliaroli e Lorenzo Daniele che ne firma anche le illustrazioni) parla di Isildur, il figlio di Elendil e re di Gondor, colui che tagliò il dito di Sauron nella battaglia dell'Ultima Alleanza e da esso tolse l'Unico Anello che, però, poi anch'egli perdette. Questo romanzo parla anche del Re Stregone, il capo dei Nazgul, che affrontò Gandalf, uccise Theoden e fu ucciso da Eowin e da Merry. Re Stregone il cui nome non fu mai pronunciato nelle storie di Tolkien. Come il romanzo di Lewis parla di Isildur e del Re Stregone? Non possiamo qui dirlo per non anticipare informazioni importanti e così togliere la sorpresa al lettore. Diciamo solo che il romanzo pretende di rivelare atti e conoscenze del tutto inaspettate e paradossali per chi aveva letto solo la "storia ufficiale" e cioè quella scritta dagli Uomini di Gondor . Tutti i fatti sorprendenti e paradossali che Lewis "rivela" nel suo romanzo sono però – come egli si premura di dimostrare puntigliosamente in un dettagliato postscriptum del romanzo – sia sempre del tutto logicamente compatibili coi fatti narrati da Tolkien, sia spesso logicamente implicati da essi, come se fossero verità nascoste e più profonde che completano e spiegano con maggior e profondità e coerenza le verità – incomplete e più superficiali – della storiografia "ufficiale". Ma "la storia è sempre scritta dai vincitori" conclude Lewis, un po' polemicamente e un po' amaramente.