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«Avvicinarsi al mondo poetico dell'autrice è un'esperienza che va oltre la semplice lettura, è l'opportunità di comprendere come il dolore e la sofferenza possano essere un veicolo, anche, di riscatto personale. [...] il lettore si trova in un mondo di riflessioni attualissime, nate dall'esigenza di dare il giusto peso e valore a quegli accadimenti – soprattutto sociali – che non possono solo "passarci accanto", come se nulla fosse. Teresa Militello è presente non solo alla sua vita, ma alla vita stessa, che è fatta, soprattutto, delle condivisioni con l'altro, che ha sempre qualcosa da insegnarci.» (dalla Prefazione)
Teresa Militello è nata in Sicilia, a Bivona (AG), nel 1937. Nel 1938 i genitori si trasferiscono a Roma ma nel 1942, costretti dalle drammatiche difficoltà che la guerra imponeva, riportano l'Autrice ed un suo fratello in Sicilia, dove vivrà serenamente fino al ricongiungimento, difficile, con la famiglia nella Capitale. Tornata in Sicilia, si laurea in Lettere Antiche e intraprende la carriera di insegnante. Dopo essersi sposata, si trasferisce a Matera con il marito, dove continua la sua professione e si occupa con grande dedizione del suo primo figlio, nato autistico. Le difficoltà nell'accudimento di quest'ultimo e la successiva malattia e morte del marito, la costringono ad una prova di forza, fisica e morale, non indifferente, che troverà un po' di sollievo solo in tempi recenti, accanto anche al secondo amato figlio, ricercatore in informatica, e ad una nuova dimensione per il primo e per se stessa, alla ricerca di una possibile seconda vita, tutta da scoprire.
Teresa Militello è nata in Sicilia, a Bivona (AG), nel 1937. Nel 1938 i genitori si trasferiscono a Roma ma nel 1942, costretti dalle drammatiche difficoltà che la guerra imponeva, riportano l'Autrice ed un suo fratello in Sicilia, dove vivrà serenamente fino al ricongiungimento, difficile, con la famiglia nella Capitale. Tornata in Sicilia, si laurea in Lettere Antiche e intraprende la carriera di insegnante. Dopo essersi sposata, si trasferisce a Matera con il marito, dove continua la sua professione e si occupa con grande dedizione del suo primo figlio, nato autistico. Le difficoltà nell'accudimento di quest'ultimo e la successiva malattia e morte del marito, la costringono ad una prova di forza, fisica e morale, non indifferente, che troverà un po' di sollievo solo in tempi recenti, accanto anche al secondo amato figlio, ricercatore in informatica, e ad una nuova dimensione per il primo e per se stessa, alla ricerca di una possibile seconda vita, tutta da scoprire.