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Filippo Lucchese è un ladro. Nato in una cittadina pugliese, emigra bambino in una città limitrofa a Milano, dove inizia la sua esperienza ai margini della mala, cui però non vuole sottostare preferendo lavorare solitario. La storia, totalmente inventata, ma con spunti reali, è la biografia di un bandito ricca di rimuginazioni, pentimenti, considerazioni di carattere etico e psicologico.
Il romanzo, scritto sotto forma di io narrante, appartiene al genere del "diario" che utilizza la forma del racconto cronologico per raccontare la storia utilizzando il punto di vista intimo del personaggio. La distanza tra verità e verosimiglianza, che è propria di qualunque romanzo, è qui labile e stretta. La prima e l'ultima frase appartengono alla vita vera, come raccontata dal reale protagonista, tutta la restante parte è, invece, puro frutto di fantasia. Avvenimenti e personaggi storici, così come i luoghi, fanno parte della verità, il resto vuole, invece, apparire verosimile.
Il racconto si sviluppa intorno a una contaminazione, una domanda quadrangolare riguardante l'azione, la colpa, il gesto, la pena. È su questo dubbio che si articola tutto il romanzo, in un carosello di rimuginazioni, di evidenze, di dolori, di ferite, di follie, di fughe, di compulsioni che coinvolge il protagonista e gli amici, parenti, complici in un mondo di povertà, droga, violenza e, infine, di amore.
Il romanzo, scritto sotto forma di io narrante, appartiene al genere del "diario" che utilizza la forma del racconto cronologico per raccontare la storia utilizzando il punto di vista intimo del personaggio. La distanza tra verità e verosimiglianza, che è propria di qualunque romanzo, è qui labile e stretta. La prima e l'ultima frase appartengono alla vita vera, come raccontata dal reale protagonista, tutta la restante parte è, invece, puro frutto di fantasia. Avvenimenti e personaggi storici, così come i luoghi, fanno parte della verità, il resto vuole, invece, apparire verosimile.
Il racconto si sviluppa intorno a una contaminazione, una domanda quadrangolare riguardante l'azione, la colpa, il gesto, la pena. È su questo dubbio che si articola tutto il romanzo, in un carosello di rimuginazioni, di evidenze, di dolori, di ferite, di follie, di fughe, di compulsioni che coinvolge il protagonista e gli amici, parenti, complici in un mondo di povertà, droga, violenza e, infine, di amore.