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Il romanzo di Marcello Meneghin è un intreccio di storie vere e di invenzione o meglio di supposizioni.
È la ricerca del nome di un assassino.
Lo scenario delle montagne trentine che l'autore conosce bene per averci lavorato nel passato, fa da sfondo a un vero e proprio giallo.
Ma il romanzo è anche un pretesto per fare conoscere a chi non c'era o non sapeva, cosa voleva dire portare energia elettrica a un'Italia stremata dalla seconda guerra mondiale.
Alle figure dei personaggi si alternano figure e nomi di cose, di macchine, di metodi di rilievo topografico e di tecniche di scavo.
Un intreccio di immaginario, che si sposa bene alla magia delle montagne, e di pragmatico, concreto.
Questo libro è un romanzo e un documento.
Pochi sanno quanta fatica costasse tracciare dei punti trigonometrici tra le montagne per dare avvio ai lavori di una diga.
L'autore conosce le Alpi, per esserci nato, sul versante orientale, in Veneto.
Nel libro si avverte forte la nostalgia che chiunque abbia abitato a lungo in montagna porta con sé della meraviglia per le cose grandi e perfette.
Forse questa meraviglia è sorella di un desiderio di creare cose grandi e perfette con le mani e le macchine.
Senza spingersi oltre, il guardiacaccia è il documento di un'epoca chiusa e insieme un'avventura che coinvolge dal principio alla fine.
È la ricerca del nome di un assassino.
Lo scenario delle montagne trentine che l'autore conosce bene per averci lavorato nel passato, fa da sfondo a un vero e proprio giallo.
Ma il romanzo è anche un pretesto per fare conoscere a chi non c'era o non sapeva, cosa voleva dire portare energia elettrica a un'Italia stremata dalla seconda guerra mondiale.
Alle figure dei personaggi si alternano figure e nomi di cose, di macchine, di metodi di rilievo topografico e di tecniche di scavo.
Un intreccio di immaginario, che si sposa bene alla magia delle montagne, e di pragmatico, concreto.
Questo libro è un romanzo e un documento.
Pochi sanno quanta fatica costasse tracciare dei punti trigonometrici tra le montagne per dare avvio ai lavori di una diga.
L'autore conosce le Alpi, per esserci nato, sul versante orientale, in Veneto.
Nel libro si avverte forte la nostalgia che chiunque abbia abitato a lungo in montagna porta con sé della meraviglia per le cose grandi e perfette.
Forse questa meraviglia è sorella di un desiderio di creare cose grandi e perfette con le mani e le macchine.
Senza spingersi oltre, il guardiacaccia è il documento di un'epoca chiusa e insieme un'avventura che coinvolge dal principio alla fine.