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L'io narrante di questo romanzo autobiografico è un personaggio bizzarro. Ogni sua avventura sentimentale è un racconto infarcito di momenti comici, situazioni grottesche ed elucubrazioni mentali piene di amarezza e disincanto. Un memoriale ricco di dinamismo, ma anche di speculazione intellettuale, dove si alternano azione e pensiero. Vicende incalzanti e pause descrittive. Riflessioni filosofiche e citazioni letterarie. Autocritiche severe e autoanalisi sorprendentemente indulgenti. Tutto senza falsa modestia e con autentico narcisismo.
Non ci si annoia. Si resta avvinti e costantemente incuriositi dalle sorti del nostro anti-eroe, capace di farci ridere per le sue manie; sorridere per i suoi difetti; indignare per i suoi limiti; commuovere per le sue fragilità. Uno di quegli affascinanti intellettuali inetti a vivere di sveviana memoria. Un moderno Oblomov, indolente e fatalista che solo nei ricordi ritrova una dimensione di rassicurante e rassegnata pace interiore.
Tuttavia, sempre nella speranza di incontrare, prima o poi, una donna bella e sofisticata che in una calda serata toscana avanzi verso di lui con il passo elegante di una ballerina. Ma se fosse una novella Pandora...?
Se frugo tra le macerie della mia memoria, ora ridotta ai minimi termini, ma un tempo prodigiosa, riesco con sorprendente facilità a riportare a galla immagini, situazioni e sensazioni legate alle donne che hanno scandito le fasi della mia vita. Quello che mi sconcerta è soprattutto la nitidezza delle immagini. Mi sconcerta perché la maggior parte dei miei ricordi visivi, non solo quelli infantili e adolescenziali, ma anche relativi ad anni recenti, sono avvolti da una nebbia, da una patina, sono indistinti come per un difetto di messa a fuoco. [...] I volti e i corpi delle donne che si affacciano nei miei pensieri o popolano i miei sogni sono, invece, di una chiarezza adamantina. Sembrano opere di un pittore iperrealista.
Carlo Monterlanti vive a Siena, città dove ha compiuto gli studi universitari. Si definisce un "cinico sentimentale". Ama la buona tavola, Woody Allen e gli scrittori mitteleuropei del Novecento. Preferisce l'ozio al negozio. Sostiene che la letteratura, la musica e le arti figurative abbiano raggiunto l'apice nel secolo scorso, per poi intraprendere, alle soglie del nuovo millennio, un'inesorabile parabola discendente.
Questo è il suo primo – e probabilmente ultimo – romanzo.
Non ci si annoia. Si resta avvinti e costantemente incuriositi dalle sorti del nostro anti-eroe, capace di farci ridere per le sue manie; sorridere per i suoi difetti; indignare per i suoi limiti; commuovere per le sue fragilità. Uno di quegli affascinanti intellettuali inetti a vivere di sveviana memoria. Un moderno Oblomov, indolente e fatalista che solo nei ricordi ritrova una dimensione di rassicurante e rassegnata pace interiore.
Tuttavia, sempre nella speranza di incontrare, prima o poi, una donna bella e sofisticata che in una calda serata toscana avanzi verso di lui con il passo elegante di una ballerina. Ma se fosse una novella Pandora...?
Se frugo tra le macerie della mia memoria, ora ridotta ai minimi termini, ma un tempo prodigiosa, riesco con sorprendente facilità a riportare a galla immagini, situazioni e sensazioni legate alle donne che hanno scandito le fasi della mia vita. Quello che mi sconcerta è soprattutto la nitidezza delle immagini. Mi sconcerta perché la maggior parte dei miei ricordi visivi, non solo quelli infantili e adolescenziali, ma anche relativi ad anni recenti, sono avvolti da una nebbia, da una patina, sono indistinti come per un difetto di messa a fuoco. [...] I volti e i corpi delle donne che si affacciano nei miei pensieri o popolano i miei sogni sono, invece, di una chiarezza adamantina. Sembrano opere di un pittore iperrealista.
Carlo Monterlanti vive a Siena, città dove ha compiuto gli studi universitari. Si definisce un "cinico sentimentale". Ama la buona tavola, Woody Allen e gli scrittori mitteleuropei del Novecento. Preferisce l'ozio al negozio. Sostiene che la letteratura, la musica e le arti figurative abbiano raggiunto l'apice nel secolo scorso, per poi intraprendere, alle soglie del nuovo millennio, un'inesorabile parabola discendente.
Questo è il suo primo – e probabilmente ultimo – romanzo.