La corrispondenza dell'anno 1793 tra i Ministri De Hauteville e Damiano di Priocca
ebook
By Giuseppe Caccherano
 
                        Sign up to save your library
With an OverDrive account, you can save your favorite libraries for at-a-glance information about availability. Find out more about OverDrive accounts.
Find this title in Libby, the library reading app by OverDrive.
 
        Search for a digital library with this title
Title found at these libraries:
| Library Name | Distance | 
|---|---|
| Loading... | 
                    Il nutrito carteggio fra Damiano di Priocca (Torino 1749 – Pisa 1813), uomo politico, rettore dell'Università di Torino e ministro degli Esteri che si batté contro la cacciata dei Savoia dal Piemonte, e il ministro sabaudo degli Esteri, conte de Hauteville (Rumilly 1731-1810), avvenuto fra il 1792 e il 1796, è ricco di notizie e di osservazioni interessanti. Giuseppe Caccherano, con meticolosità e con un'accurata ricerca archivistica, in queste pagine ci ripropone passi e documenti che ci restituiscono un importante quadro storico, culturale e sociale, un tassello fondamentale per capire ancora meglio la Storia.
Ne appare un quadro complesso di uno Stato e una corte fatiscenti, dove il popolo conservava un "fondo di Religione... in mezzo ai vizi e alla ferocia"; dove i ministri dei grandi Stati cattolici imponevano a una Curia debole e internamente divisa il volere dei propri sovrani, come l'Azara, "attentissimo in adoperare li abbondanti mezzi che gli procura la propria Corte, di tenere questo Ministero nella massima dipendenza del Gabinetto di Spagna"; dove il Papa, "avido di gloria... irregolarissimo e ineguale..., così pronto ad impegnarsi come facile a ritirarsi dall'impegno...", era circondato da cardinali come il Bernis, magnifico e potente, che amava "sostenere il tuono d'un Ministro superiore a tutti li altri...", lo Zelada, vecchio e ammalato, non assuefatto alla politica, il Carafa che, "sprovveduto di cognizioni vuol comparir dotto, niente edificante nella sua condotta vuol comparir... zelante", era ostile alla corte di Torino e ne era ricambiato, e il "cui fanatico zelo gli fece dire più volte che la nostra Corte [di Torino] è la più fiera nemica dei diritti della S. Sede".
                        
                    
                
                
                
                
            Ne appare un quadro complesso di uno Stato e una corte fatiscenti, dove il popolo conservava un "fondo di Religione... in mezzo ai vizi e alla ferocia"; dove i ministri dei grandi Stati cattolici imponevano a una Curia debole e internamente divisa il volere dei propri sovrani, come l'Azara, "attentissimo in adoperare li abbondanti mezzi che gli procura la propria Corte, di tenere questo Ministero nella massima dipendenza del Gabinetto di Spagna"; dove il Papa, "avido di gloria... irregolarissimo e ineguale..., così pronto ad impegnarsi come facile a ritirarsi dall'impegno...", era circondato da cardinali come il Bernis, magnifico e potente, che amava "sostenere il tuono d'un Ministro superiore a tutti li altri...", lo Zelada, vecchio e ammalato, non assuefatto alla politica, il Carafa che, "sprovveduto di cognizioni vuol comparir dotto, niente edificante nella sua condotta vuol comparir... zelante", era ostile alla corte di Torino e ne era ricambiato, e il "cui fanatico zelo gli fece dire più volte che la nostra Corte [di Torino] è la più fiera nemica dei diritti della S. Sede".
 
                    
 
        