Lo Spazzaparole vuole essere un racconto delicato, anche se a tratti ironico e disincantato, una fiaba che invita a riflettere sull'importanza delle parole: un tema quanto mai attuale, in un mondo dominato dai social network e dal rarefarsi (e spesso inasprirsi) delle relazioni interpersonali. Una prosa leggera per rappresentare una realtà spesso spietata: che siano portate da un venticello di Rossiniana memoria o invece scagliate violentemente come pietre, le parole possono fare male e lasciare segni indelebili, seppure invisibili. Il protagonista non è casuale: è un giovane laureato che non trova il suo lavoro ma che si accorge, durante il percorso, dell'importanza del lavoro in sé.

Paolo Caldesi nasce nel sud della Toscana in una notte di pioggia, mentre a Firenze si stanno facendo i conti con la grande alluvione. Si laurea in scienze forestali ma la vita lo porta in città a trattare tutt'altre materie.
Scrive per caso, perché le storie, quando entrano in testa, non lasciano in pace finché non trovano una via d'uscita.