Pendolo

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By Nicola De Gol

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Mi sono state dette molte cose, di guardare al target, di limare o far limare le parti della storia al narratore... ma noi ci siamo trattenuti già così. E poi si sa, se qualcuno ha qualcosa da dire, veramente, lo trova il modo. Non penso che necessitiamo davvero di un prodotto culturale prefabbricato, studiato a priori per entrare in determinate coordinate così da soddisfare gli acquirenti, e abbracciarne un numero più ampio. Chi l'ha detto che le favole sono per i bambini, chi l'ha detto che non lo sono? Mi sono state dette molte cose, ma io preferisco ascoltare il vento e perdermi nel suo stormire, preferisco sentire da lontano il rumore di una cascata, e muovere passo per passo, avvicinandomi ad essa come alla mia prima donzella, con sorpresa e timore; preferisco vedere l'erba crescere dimenticandomi di quello che stavo facendo, preferisco avere un'interiorità viva, che senta attenta la vita intorno a sé.
Per questo ed altri motivi le storielle narrate sono abbastanza lunghe, ma ripeto che sia io che il narratore (noi folletti non sappiamo scrivere) ci siamo trattenuti.
Ci saranno altre storie? Mah, chi può dirlo? Certamente le mie avventure non si fermano qui, e certamente se avranno un certo successo non potrò più raccontare niente del mio popolo, per non rischiare troppo di dare informazioni utili al nemico.
Come? Beh sì, siete voi i nostri nemici, non offendetevi.
Quanto sacrificate per l'avarizia che tutto inghiotte senza nutrimento alcuno, come reagireste a scoprire che esiste quella cosa a cui più segretamente agognate, ma che credete più fantasiosa della nostra esistenza? Siete impreparati alla gioia, devo dirvelo. È la prima volta che mi vesto in panni così severi e sobri per fare un discorso serio, non è da me, né da noi folletti, ma penso che serva a qualcosa, perché nella vostra superbia spesso pensate che coloro che vi correggono vi trattino con ira, quando non vedete la loro dolcezza e il vero amore, che corregge senza mettervi da parte. Il contenuto delle storie? Non è particolarmente elaborato né profondo, forse qualcuno potrà dire, ma è reale, e spero possa ricordare qualcosa di importante a un eventuale lettore che vi si accinga. Ci sto prendendo gusto a parlare in un certo qual modo erudito, ma torniamo un attimo al succo
no, non quello della strega Barega.

Oooooops, spoiler! Fate a finta di niente...
Dunque, stavo dicendo... non me lo ricordo più. Certo devo trovare qualcosa per arrivare a piè pagina, che fa più bella figura.
Con le mie avventure volevo toccare l'immaginario, soprattutto dei bambini, ed attraverso di esso comunicare qualcosa di importante per il reale.
Volevo fare tante cose, ma prima di tutto raccontare, senza prefissarmi per forza una qualche valenza pedagogica, soprattutto senza avere la presunzione di far trapelare qualche massima attraverso fatti realmente accaduti; non tolgo valore alla realtà, come qualcuno fa, a causa del distacco che sente tra ciò che vede, che sente, che è, e cosa vorrebbe fosse, per qualcosa che giace segretamente dentro di sé e non trova riscontro in essa. Anzi, se proprio si vuole vivere senza arrancare ed arrendersi a ciò che realmente poco possiamo modificare, penso che fisso dentro di ognuno di noi debba ardere un fuoco di vita, che rimanga stabile e si accontenti di riscaldare un po' alla volta, senza imporsi, il gelo che qualche volta si presenta fuori. Bando alle ciance, spero che i miei...
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