"Aloe Vera e la società della morra" è la terza delle quattro raccolte di pretestuose storie di strampalati outsider dalla dubbia condotta e discutibili intenzioni che si sviluppano ai bordi di un ambiente eticamente scorretto. È dunque un libro non adatto ai bambini, ad eccezione di quelli adulti. Fuorviante e immaginifico, adotta infatti una tecnica espressiva volutamente puerile per argomentare situazioni estranee alle favole, non essendovi racchiusa alcuna verità morale. Attraverso filastrocche, illustrazioni e fumetti, che mutuano dall'infanzia una visione ritmica e colorata del tutto, applicandola a svariate tematiche tra le quali diversità, emarginazione, precarietà, riscatto e libertà, l'attività veicolare della fantasia viene fissata in una successione di testi in rima che diventano didascalie di una realtà a sé, una dimensione alleggerita da una interpretazione ludica delle regole del vivere comune.
Precedono "Aloe Vera e le radici del Quasi Male", "Aloe Vera e le amorevoli bestie", segue "Aloe Vera e le crasi sentimentali".