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Un'umanità alla deriva, capricciosamente sbatcchiata dalle onde del destino, in un romanzo che intreccia la Storia alle storie, regalandoci un affresco di desolata e straziante drammaticità.
Come nei racconti di Raymond Carver c'è un filo sottile, eppure solido come una ragnatela, che unisce le vite e le azioni dei protagonisti di Le rovine di Babele. Ed è proprio in una Babele di violenza, tradimento e disperazione che si muovono le marionette di questo affresco plumbeo, in cui manager senza scrupoli, laidi sacerdoti, disperati emigranti e politici corrotti si susseguono e si rincorrono, per poi ritrovarsi, alla fine, a dover fare i conti con la loro disumana condizione esistenziale. Un romanzo di forte impatto emotivo che unisce le tinte fosche della Storia (la strage alla stazione di Bologna e la questione curda) ad un crudele affresco metropolitano (l'effimera Milano "da bere" degli anni '80, il sud Italia del caporalato, le glaciali atmosfere di una spettrale Berlino) in cui razzismo, prevaricazione e odio regnano incontrastati.
Come nei racconti di Raymond Carver c'è un filo sottile, eppure solido come una ragnatela, che unisce le vite e le azioni dei protagonisti di Le rovine di Babele. Ed è proprio in una Babele di violenza, tradimento e disperazione che si muovono le marionette di questo affresco plumbeo, in cui manager senza scrupoli, laidi sacerdoti, disperati emigranti e politici corrotti si susseguono e si rincorrono, per poi ritrovarsi, alla fine, a dover fare i conti con la loro disumana condizione esistenziale. Un romanzo di forte impatto emotivo che unisce le tinte fosche della Storia (la strage alla stazione di Bologna e la questione curda) ad un crudele affresco metropolitano (l'effimera Milano "da bere" degli anni '80, il sud Italia del caporalato, le glaciali atmosfere di una spettrale Berlino) in cui razzismo, prevaricazione e odio regnano incontrastati.