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Le cinquanta poesie della presente silloge di Gabriella Torod, serrate e vibranti, trasfigurano una passione d'amore in quadretti temporali legati da un sottile fil rouge, in cui il linguaggio terso, composto, a tratti aulico o ermetico, cela un'intensa passionalità. Vi riecheggiano sia la nostra grande tradizione letteraria, sia, in filigrana, le voci romantiche di Elizabeth Barrett Browning, Emily Dickinson, Marina Cvetaeva e WisÅ‚awa Szymborska da cui, tuttavia, si distacca con originalità tutta personale.
Nel dualismo tra purezza dell'idealità e potenza del sensibile si vagheggia la fine di ogni dissidio. Quasi dialettica tra un io lirico e un tu, in ansiosa attesa della felicità. Tuttavia, il desiderio di una consonanza si trasfonde nel ricordo, subendo l'inevitabile logoramento della temporalità, ente misterioso e quasi crudele: Ancora oggi una dose indefinibile di felicità/m'accompagna nel ricordo appassionato struggente di te/berretto azzurro e valigetta blu. Anche i momenti meditativi, quasi filosofici, irrompono con composta e solenne sentenziosità, in cui traspare senza ambagi anche l'ispirazione mistico-religiosa della poetessa (Strano maestro è il tempo/se troppo tardi ci dona /i suoi decreti regali/quando ormai inutile/è la risposta tardiva alle domande).
(dalla postfazione di Teodosio Orlando)
Nel dualismo tra purezza dell'idealità e potenza del sensibile si vagheggia la fine di ogni dissidio. Quasi dialettica tra un io lirico e un tu, in ansiosa attesa della felicità. Tuttavia, il desiderio di una consonanza si trasfonde nel ricordo, subendo l'inevitabile logoramento della temporalità, ente misterioso e quasi crudele: Ancora oggi una dose indefinibile di felicità/m'accompagna nel ricordo appassionato struggente di te/berretto azzurro e valigetta blu. Anche i momenti meditativi, quasi filosofici, irrompono con composta e solenne sentenziosità, in cui traspare senza ambagi anche l'ispirazione mistico-religiosa della poetessa (Strano maestro è il tempo/se troppo tardi ci dona /i suoi decreti regali/quando ormai inutile/è la risposta tardiva alle domande).
(dalla postfazione di Teodosio Orlando)