A fare da sottofondo a questo racconto di Luigi Pirandello è la società siciliana di provincia come accade anche in molte altre opere dell'autore. Si può ritrovare ne Il Turno un Pirandello più maturo. In particolare, i protagonisti risultano essere le paure e le maschere di queste persone che agiscono secondo regole che credono valide. Anche se i protagonisti della storia, in particolare, Marcantonio Ravì, progettano delle situazioni, sarà il fato a decidere per loro mandando all'aria i piani. Un romanzo attuale, anche se risalente ai primi del Novecento, che illustra uno spaccato di mentalità paesana che si può rintracciare ancora oggi in molti paesi italiani. L'autore cerca di fornire al lettore uno scenario minuzioso in cui riflette sulla situazione generando umorismo. Infatti, nel racconto, a metà strada tra dramma e novella, lo spaccato della società provinciale offerta è estremamente rigoroso. Domina il grottesco che fa quasi da filo conduttore agli eventi vissuti dai protagonisti. Tra questi figura il giovane Pepè Alletto, un giovane faticatore ma senza soldi. Egli è bravo nelle arti come nella danza e nel canto. Conosce finanche il francese ma queste sue doti non gli fruttano grandi soldi. L'ambiente in cui vive annulla le sue qualità che altrove sarebbero state valorizzate e non soffocate. Il ragazzo è intenzionato a sposare Stellina la figlia di Marcantonio Ravì che aveva, però, per la figlia ben altri progetti. L'uomo, infatti, era parecchio calcolatore anche a causa dell'influenza dell'avvocato Ciro Cappa che lo aveva indirizzato al calcolo economico. Troverete in questo romanzo una scena che si potrebbe considerare la principale ovvero quella del dialogo tra Don Diego Alcozer, Marcantonio Ravì e Pepè Aletto. Ognuno, nonostante non sia contento e il progetto ideato da Marcantonio non venga ideato, continua a recitare la sua parte nella vicenda guadagnando il proprio tornaconto personale.