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Pubblicato nel 1873, Spagna segna l'esordio di De Amicis in un genere di letteratura allora nuovo in Italia: il libro turistico, di tono tra giornalistico-documentario e letterario. Il libro è la rielaborazione delle corrispondenze inviate da De Amicis a "La Nazione" di Firenze in occasione di un suo viaggio in Spagna all'epoca della breve permanenza su quel trono di Amedeo Savoia-Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II. Il libro è diviso in tredici capitoli e ciascuno è dedicato a una città, ossia a una tappa del viaggio: Barcellona, Saragozza, Burgos, Valladolid, Madrid, Aranjuez, Toledo, Cordoba, Siviglia, Cadice, Malaga, Granada, Valencia. In ogni città, De Amicis gira liberamente alla stregua di un turista d'oggi, visitando monumenti, soffermandosi nei caffè, alloggiando in alberghi, assistendo a manifestazioni culturali e folkloristiche (memorabile è la descrizione della corrida a Madrid), passeggiando per le strade, intrecciando discorsi con la gente del luogo. Tutto ciò ci viene restituito con una prosa di gradevole lettura, in cui sono riconoscibili le doti più caratteristiche di De Amicis scrittore: una vena non profonda, ma facile, limpida e continua e una felice attitudine ad un modo di narrare suggestivamente familiare e pacato.