«Per le strade lastricate di quella città lontana, deambulava quella strana donna, abbandonata dagli anni, abbandonata dalla vita. Sulle sue spalle, il peso di tutto un mondo di sofferenze e tradimenti.

Il suo, un passo lento, di chi non ha fretta di rincorrere il tempo. Il suo bagaglio, dei vecchi cenci ed una vita piena di dolore.

Di notte soleva dormire dove la stanchezza la colpiva, ricevendo dall'elemosina della gente qualche pezzo di pane o qualsiasi altra cosa che le potesse calmare la fame.

Si ripeteva più di mille volte: "Sarò la madre di mio nipote o la zia di mio figlio", mentre si accarezzava di continuo la pancia, quella pancia che ospitava, fino ai confini dell'amarezza e del peccato, quel feto pietrificato che aveva rinunciato a nascere.»