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Un grido che si fa parola, una ferita che diventa racconto.
Dalle crepe la voce è un testo teatrale e poetico nato per dare corpo e suono a ciò che troppo spesso resta nel silenzio: la violenza sulle donne.
Cinque voci, diverse e contrastanti, descrivono l'odio, la paura, il cinismo, la memoria, la resistenza e la speranza. Ogni monologo è un frammento e una testimonianza, una scheggia di verità che taglia e insieme illumina. Il risultato è un mosaico corale che non consola, ma scuote e ci costringe a guardare.
Tratto dalla silloge "Ceramiche a capodanno", questo testo non è soltanto letteratura: è un atto politico, un invito alla riflessione, uno strumento di memoria. Può essere letto, recitato, portato in scena o semplicemente ascoltato, perché la sua forza non sta nella forma ma nella necessità di spezzare il silenzio.
Un libro che denuncia, che lotta per farsi sentire, che trasforma il dolore in responsabilità collettiva.
Un libro che non racconta solo la violenza, ma la possibilità – fragile e reale – di rinascere dalle macerie che essa si lascia alle spalle.
Dalle crepe la voce è un testo teatrale e poetico nato per dare corpo e suono a ciò che troppo spesso resta nel silenzio: la violenza sulle donne.
Cinque voci, diverse e contrastanti, descrivono l'odio, la paura, il cinismo, la memoria, la resistenza e la speranza. Ogni monologo è un frammento e una testimonianza, una scheggia di verità che taglia e insieme illumina. Il risultato è un mosaico corale che non consola, ma scuote e ci costringe a guardare.
Tratto dalla silloge "Ceramiche a capodanno", questo testo non è soltanto letteratura: è un atto politico, un invito alla riflessione, uno strumento di memoria. Può essere letto, recitato, portato in scena o semplicemente ascoltato, perché la sua forza non sta nella forma ma nella necessità di spezzare il silenzio.
Un libro che denuncia, che lotta per farsi sentire, che trasforma il dolore in responsabilità collettiva.
Un libro che non racconta solo la violenza, ma la possibilità – fragile e reale – di rinascere dalle macerie che essa si lascia alle spalle.
