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Nel primo capitolo il soggetto è l'uomo che fin dall'inizio della propria esistenza è alla ricerca della propria identità, prima che la scopra pienamente in ombra «dell'albero della conoscenza del Bene e del Male». Il contenuto del primo capitolo è l'uomo creato all'immagine di Dio ciò si manifesta in tre diversi modi:
Nel secondo capitolo l'uomo si trova all'ombra «dell'albero della conoscenza del Bene e del Male», dove cresce nell'auto-consapevolezza della propria identità e soggettività. La sua soggettività è caratterizzata dalla capacità di autodeterminazione e autodecisione1 e dalla responsabilità delle proprie azioni.
Nel terzo capitolo presento la Verità dell'uomo e la sua moralità alla luce della conoscenza-coscienza, dove nella profondità di essa «l'albero della conoscenza del Bene e del Male» ha messo le sue radici. La coscienza dell'uomo è molteplice:
Purtroppo l'uomo d'oggi, moderno, deve spesso affrontare innumerevoli difficoltà e crisi, perciò fa fatica a riscoprire la propria identità e integrità interiore. Nel vortice delle trasformazioni della civiltà, della cultura, della politica, dell'economia e della spiritualità, spesso l'uomo si sente perso e disorientato nel discernimento che cosa sia il Bene e che cosa sia il Male, che cosa sia il Vero e che cosa sia il Falso, che cosa sia secondo natura e che cosa infine sia contro natura. Perde ogni oggettivo punto di riferimento-incontro, che gli permetteva un dialogo costruttivo. In questa situazione la mia ricerca della Verità, chi è l'uomo, è più che giustificata, direi necessaria, e indispensabile. Perché? Ogni crisi, in qualsiasi materia, è una cosa inquietante, ma la crisi che tocca la moralità è una cosa pericolosissima. Essa infatti tocca perché la profondità dell'uomo, le radici della sua esistenza; l'identità e personalità dell'uomo; e infine la capacità del discernimento tra il Bene e il Male, mettendo in dubbio cosa sia il Bene e cosa sia il Male. L'uomo senza la moralità è l'uomo senza la coscienza. L'uomo ingiusto. L'uomo che semina intorno a sé la morte, la confusione e il disordine.
La mia riflessione sull'insegnamento di Giovanni Paolo II, sul significato «dell'albero della conoscenza del Bene e del Male» ha uno scopo estremamente pratico: desidera aiutare l'uomo sulla strada dell'uscita dalla crisi morale, nella quale purtroppo si trova e che influisce su tutti gli ambiti della vita sulla Terra. Attraverso uno studio analitico e sistematico desidero dimostrare l'importanza dell'albero del Paradiso e il suo significato, come cuore–coscienza e conoscenza dell'uomo, come un sensore che protegge la dignità dell'uomo, dove è incisa la volontà di Dio e la testimonianza della Verità.