In Voyeur, Manuel García dà voce a un desiderio maschile potente, crudo e carnale, raccontando uomini veri: virili, concreti, spesso silenziosi, a volte spigolosi. Uomini che si sfiorano, si scontrano, si osservano da lontano prima di consumarsi in esplosioni di bisogno, di corpo, di verità. Ogni storia è un incontro carico di tensione fisica e sottintesi brucianti, in cui la carne parla più delle parole. Il racconto che dà il titolo alla raccolta si svolge durante un blackout in un parcheggio sotterraneo. Miguel, intrappolato tra l'oscurità e la tempesta, assiste da dietro i vetri appannati a una scena di sesso selvaggio tra due sconosciuti. La visione lo accende, lo tormenta, e fa riemergere il pensiero di Stuart, l'amico etero che desidera in silenzio da mesi. La bocca secca, il respiro corto, Miguel osserva in silenzio l'uomo che apre le gambe dell'altro, la lingua che scivola lenta sulla pelle. Un gemito. Un sussulto. E lui che, con una mano sul casco e l'altra sul proprio inguine, immagina Stuart sopra di sé, contro di sé, dentro di sé. Il desiderio diventa coraggio. La paura si piega sotto il peso del bisogno. Nella notte furiosa, tra strade deserte e pioggia a sferzare la pelle, Miguel sale in moto e affronta l'uragano. Perché l'uomo che ama lo aspetta, o forse no. Ma il desiderio non aspetta. Esplode. Brucia. Comanda. Non tutti guardano. Qualcuno osa.