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Emilia, moderatrice radiofonica, appena separata dal marito e con una vita tutta da ricostruire, riceve la notizia della morte della nonna e si trova costretta a raggiungere il suo paese natio, Serafina, per organizzare il funerale e occuparsi dell'eredità. E lì non può che riaffrontare il doloroso passato della sua famiglia, segnato da pregiudizi e ingiustizie che hanno lasciato cicatrici profonde. Il trauma, rimasto a lungo racchiuso e protetto da un ostinato guscio di silenzio, riaffiora attraverso ricordi confusi, allusioni, frammenti di memoria e racconti sussurrati da chi fu testimone di quei giorni in cui, all'improvviso, il mondo – il suo mondo di bambina – era inesorabilmente crollato.
Intanto, sullo sfondo, incombe lo spettro della guerra che, pur essendo una guerra indefinita, senza tempo né geografia precisa, presenta la definitezza che è propria di tutte le guerre: propaganda bellica, ragazzi che partono per il fronte lasciando madri e fidanzate, carri armati e mezzi blindati. Ma soprattutto un'atmosfera opprimente e sospesa, carica di paura, che riapre vecchi rancori e nutre ostilità e meschine invidie.
I traumi si trasmettono di generazione in generazione propagandosi a macchia d'olio, finché qualcuno non trova la forza di opporsi, costruire un argine e invertire la rotta. Serafina, che inizialmente è per Emilia una gabbia asfissiante da cui è determinata a fuggire, diventa infine uno spazio di riconciliazione e ripartenza.
Pur nella consueta brevità cui ci ha abituati, Bianca Bellova costruisce un romanzo labirinto in cui passato e presente si intrecciano per fluire insieme, in un'unica corrente che trascina detriti e speranze, verso una possibile via d'uscita che guarda, finalmente, al futuro.
Laura Angeloni
Intanto, sullo sfondo, incombe lo spettro della guerra che, pur essendo una guerra indefinita, senza tempo né geografia precisa, presenta la definitezza che è propria di tutte le guerre: propaganda bellica, ragazzi che partono per il fronte lasciando madri e fidanzate, carri armati e mezzi blindati. Ma soprattutto un'atmosfera opprimente e sospesa, carica di paura, che riapre vecchi rancori e nutre ostilità e meschine invidie.
I traumi si trasmettono di generazione in generazione propagandosi a macchia d'olio, finché qualcuno non trova la forza di opporsi, costruire un argine e invertire la rotta. Serafina, che inizialmente è per Emilia una gabbia asfissiante da cui è determinata a fuggire, diventa infine uno spazio di riconciliazione e ripartenza.
Pur nella consueta brevità cui ci ha abituati, Bianca Bellova costruisce un romanzo labirinto in cui passato e presente si intrecciano per fluire insieme, in un'unica corrente che trascina detriti e speranze, verso una possibile via d'uscita che guarda, finalmente, al futuro.
Laura Angeloni