Due donne. Un passato da sfiorare. Una seconda possibilità da proteggere.

Rubina e Cora si sono amate in silenzio, nella distanza sottile che separa ciò che si desidera da ciò che si teme. Quando si ritrovano per caso — o forse per destino — nulla è più come prima, eppure tutto in loro sa ancora riconoscersi.

Una casa, una stanza condivisa, il sapore del vino la sera, una vecchia canzone su un giradischi che ha smesso di suonare ma non di girare. E poi il corpo dell'altra — vicino, reale, temuto e desiderato. Le parole rimaste in sospeso. Le cose non dette. Le carezze che tardano. I silenzi che parlano più forte del cuore.

"Sei l'ago che mi fa un cerchio nel petto... ne fermi il movimento anche mentre continua a girare."

Rubina si porta dentro "le sue solite paure", ma questa volta, qualcosa la spinge a restare. E Cora, che ha sempre saputo cosa vuole ma non sempre ha avuto il coraggio di viverlo, si ritrova davanti a un bivio: proteggersi, o scegliere l'amore. Di nuovo.

Le mie solite paure è una short story lirica e intensamente saffica.
Un viaggio tra parole taciute, emozioni che chiedono di essere ascoltate, e la possibilità — fragile e luminosa — che le cose non siano davvero finite.

Per chi ha amato, lasciato andare, e sperato di ritrovarsi.
Per chi crede che l'amore vero abbia bisogno di tempo.
E per chi sa che ci sono storie che meritano un secondo inizio.

"Non tutte le storie d'amore finiscono. Alcune si mettono a dormire. E aspettano di essere scelte di nuovo."