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«Ridete, ridete, tanto questa volta m'ammazzo sul serio»: così pensa Antonello Rossi, apprestandosi a lasciare questo mondo dopo aver ingoiato barbiturici in notevole quantità. È destino di Antonello – protagonista in attesa di decesso – di non essere preso sul serio: né come padre, né come marito, né come adultero, tantomeno come suicida. Forse il signor Rossi è un personaggio comico? No. È uno come tanti, come noi. Un padre non autoritario. Una persona civile che, avendo un'amante, non nega alla moglie il diritto-dovere all'adulterio. Il docile paziente di un invisibile psicoanalista con cui vorrebbe fuggire alle Seychelles. Insomma, un galantuomo di cinquant'anni che ne dimostra cinquantadue in piena crisi di mezz'età. Stavolta m'ammazzo sul serio, quasi cin- quant'anni dopo la sua prima pubblicazione, con grande garbo ci fa ancora ridere del suo protagonista, ma soprattutto di noi, anche quando ci risulta difficile tutto, persino un bel suicidio. Antonio Amurri, con i suoi spettacoli di varietà, le rubriche televisive, i programmi radiofonici e i tanti libri di successo, ha fatto divertire intere generazioni di italiani. È stato l'umorista caustico e leggero della famiglia italiana, l'autore che ha preso in giro i rapporti di coppia, quelli tra genitori e figli, e poi tra nuore, suocere e generi. Nel centenario della sua nascita, torna in libreria uno dei suoi romanzi più amati, arricchito da una postfazione di Sandro Veronesi e dalla nota critica di Mariarosa Bastianelli.