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"La roba" è senza dubbio una delle novelle più celebri di Giovanni Verga. Pubblicata per la prima volta sulla rivista La Rassegna Settimanale nel 1880, venne poi inserita all'interno della raccolta "Novelle Rusticane". Sarà proprio questo testo peraltro a costituire la base di quello che diverrà "Mastro Don Gesualdo", il capolavoro verghiano.
Verga ci presenta il contadino Mazzarò, uno dei suoi personaggi più riusciti: basso, grasso e apparentemente poco furbo, Mazzarò è in realtà intelligentissimo. Ha un fiuto per gli affari straordinario e così, grazie alla sua astuzia, negli anni riesce a diventare "ricco come un maiale".
Pur essendo di umilissime origini Mazzarò si appropria di tutti i territori di un potente barone ormai caduto in disgrazia. Mazzarò però è letteralmente ossessionato dalla "roba" che in breve diventa la sua unica ragione di vita.
Quando scopre di essere ormai prossimo alla morte impazzisce e inizia a uccidere i suoi animali e a distruggere le sue cose urlando: "Roba mia, vientene con me!".
Verga ci presenta il contadino Mazzarò, uno dei suoi personaggi più riusciti: basso, grasso e apparentemente poco furbo, Mazzarò è in realtà intelligentissimo. Ha un fiuto per gli affari straordinario e così, grazie alla sua astuzia, negli anni riesce a diventare "ricco come un maiale".
Pur essendo di umilissime origini Mazzarò si appropria di tutti i territori di un potente barone ormai caduto in disgrazia. Mazzarò però è letteralmente ossessionato dalla "roba" che in breve diventa la sua unica ragione di vita.
Quando scopre di essere ormai prossimo alla morte impazzisce e inizia a uccidere i suoi animali e a distruggere le sue cose urlando: "Roba mia, vientene con me!".